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Roma, 10 settembre 1943-4 giugno 1944: nove mesi di Resistenza

Tra il 10 settembre 1943 e il 4 giugno 1944, Roma vive il periodo più tragico della seconda guerra mondiale: i nove mesi dell’occupazione nazifascita. Ai drammi della fame e della paura dei bombardamenti si assommano le minacciose ordinanze, i rastrellamenti e le spietate deportazioni dei tedeschi, coadiuvati dal neonato partito fascista e dalle bande paramilitari, che agiscono con pari ferocia. In questo contesto uomini e donne, civili e militari, scelgono di non arrendersi e di agire, con o senza le armi, per ostacolare la presenza di chi si è insediato prepotentemente nella città: nasce la Resistenza.

L’Irsifar propone alle classi, su questo tema, un’attività didattica costituita da una lezione in modalità asincrona (45 minuti circa) e un laboratorio in modalità sincrona (50 minuti).

La lezione sulla Resistenza a Roma si può trovare a questo link:

https://fb.watch/2zhcosFmNz/

( Elenco di 50 prigionieri, fornito dalla Questura di Roma agli occupanti tedeschi, che saranno tra i 335 uccisi alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944)

Nel laboratorio, attraverso l’analisi di documenti di varia natura, affronteremo passo dopo passo ciò che accadde nei nove mesi dell’occupazione nazifascista di Roma. 

Costo del laboratorio: offerta libera.

Il laboratorio si può prenotare in qualsiasi momento dell’anno scrivendo a: irsifar@libero.it

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Quartieri resistenti | Nel nido di vespe

di Anna Balzarro

La lente di ingrandimento sui quartieri consente di capire le tante realtà di cui è composta la Resistenza romana. Divisa in 8 zone partigiane, Roma vive più forme di opposizione all’occupante che vanno dalla resistenza armata, al lancio di chiodi a quattro punte lungo le principali vie di comunicazione che portano al fronte, o all’aiuto verso chi è costretto a nascondersi. Se questo è visibile in tutta la città, tuttavia è nei quartieri popolari che si colgono con particolare vivezza le molteplicità di aspetti che nascono, tra l’altro, dall’intreccio tra lotta organizzata e ribellione spontanea.

Ma la partecipazione alla resistenza lascia un segno anche nella fisionomia futura di quei quartieri.

Ancora oggi se ci inoltriamo per il Quadraro, quartiere della periferia sud-est della città a ridosso della via Tuscolana, ci accorgiamo che la Resistenza e il rastrellamento del 17 aprile del 1944, che costò la deportazione di diverse centinaia di uomini in campi di lavoro, hanno lasciato tracce indelebili.

 


Vignette di Vauro tratte dei cartoncini invito per il 59esimo e il 60esimo anniversario del rastrellamento del Quadraro (aprile 2003 / aprile 2004).
Quartieri resistenti: nel nido di vespe del Quadraro

Ancora oggi se ci inoltriamo per il Quadraro, quartiere della periferia sud-est della città a ridosso della via Tuscolana, ci accorgiamo che la Resistenza e il rastrellamento del 17 aprile del 1944, che costò la deportazione di diverse centinaia di uomini in campi di lavoro, hanno lasciato tracce indelebili.

Pubblicato da Irsifar Roma resistente su Domenica 26 aprile 2020
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